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ALLENAMENTO CON PIOGGIA E FREDDO: come minimizzare i rischi e massimizzare i benefici.

“Mister piove, si fa allenamento?”

Tante volte mi hanno fatto questa domanda, e la mia risposta è sempre stata “CERTO!”
Onestamente non ho mai capito il motivo per cui un po’ di pioggia debba condizionare la nostra vita. Mia madre mi ha cresciuto con un forte senso del dovere, guai a chiederle di non andare a scuola perché pioveva, non c’era verso di convincerla. Io in compenso pretendevo di andare a calcio quando pioveva! . A quanto pare nonostante centinaia di allenamenti e partite sotto la pioggia e la neve, sono ancora qui a scrivervi, tra l’altro con una salute invidiabile!
Perché al giorno d’oggi un po’ d’acqua spaventa così tanto? Partiamo dal presupposto che bagnarsi non fa male (altrimenti non dovremmo né lavarci, né farci il bagno d’estate), ciò che fa male è rimanere bagnati, fermi, al freddo, al punto che il calore disperso sia superiore a quello prodotto, abbassando quindi la temperatura corporea. Questa condizione è difficile che si verifichi durante un allenamento, in quanto il movimento aumenta il calore prodotto, che con il giusto abbigliamento sarà trattenuto e non disperso, mantenendo quindi costante la temperatura corporea (escluse le estremità, soprattutto le mani).
Il corpo umano è una macchina perfetta, che si adatta continuamente all’ambiente, potenziandosi. Fare sport sotto la pioggia aiuta a temprare il fisico, a tonificare i muscoli ed a potenziare il sistema immunitario. Tuttavia ci sono dei rischi che non devono essere sottovalutati, ma prontamente contrastati.
Passo a darvi dei suggerimenti frutto della mia esperienza e dei consigli di mio nonno, ex-calciatore e primario del reparto di pneumologia:

VALUTARE LE CONDIZIONI DEL CAMPO: Per non mettere a rischio l’incolumità dei ragazzi, è importante valutare se il campo è praticabile per svolgere l’allenamento o meno. Cercare di utilizzare le zone di campo dove non ci sono pozzanghere e limitare il più possibile l’utilizzo di attrezzatura spigolosa (soprattutto con i bambini), visto che la pioggia forte aumenta il rischio di scivolare e cadere.
RISCALDAMENTO: Se piove forte, evitare di cominciare l’allenamento a freddo, iniziare il riscaldamento al coperto per poi andare in campo già riscaldati. Il riscaldamento deve essere completo, perché con il freddo, pioggia, vento e neve, il rischio di infortuni muscolari aumenta.
ABBIGLIAMENTO: Utilizzare scaldamuscoli e maglie termiche permette di trattenere il calore prodotto dal corpo umano, evitandone la dispersione e mantenendo quindi il corpo più caldo. Con la temperatura che scende sotto lo 0, possono diventare utili scaldacollo (utilizzabili in allenamento, ma vietati in partita), calzamaglie, cappellini (non quando piove, perchè si impregnano d’acqua, meglio il cappuccio di un k-way che è impermeabile) e guanti. Utilizzare un K-way impermeabile è sempre consigliabile nei giorni di pioggia, in modo da ridurre la quantità di acqua che arriva a contatto con i vestiti e quindi con il corpo.
DOCCIA CALDA: A fine allenamento è FONDAMENTALE fare la doccia calda per riportare il corpo alla giusta temperatura. Una semplice doccia rimuove tutti i rischi di raffreddamento, riportando l’organismo alla temperatura ideale, rimuovendo tutte le tossine e praticamente azzerando il rischio di malattie da raffreddamento. Il consiglio dall’esperienza di mio nonno, sia come calciatore che come medico specializzato in pneumologia, è sempre stato questo: puoi giocare anche 90 minuti sotto pioggia, neve e vento, l’importante è che dopo fai una bella doccia calda. TUTTO VERO: ho giocato sotto neve, pioggia, grandine, vento e mai un’influenza dopo!
BUON SENSO: Messo alla fine, ma è sempre il fattore principale: se vediamo che diluvia, ed i bambini non giocano più con piacere, ma soffrono il freddo, finire un po’ prima può essere una buona idea.
Grazie a questi consigli possiamo svolgere tranquillamente l’allenamento sotto la pioggia senza rischiare ripercussioni sulla salute dei ragazzi.
Buon allenamento bagnato a tutti!

By Damiano Berteina

Regole FIGC per lo sport calcio a dimensione di bambino…

Di seguito un estratto di poche e semplici regole della FIGC per il Settore Giovanile Scolastico da condividere e da far conoscere anche al di fuori dell’ambiente calcistico. Sono regole vigenti da un bel po’ di tempo, atte a difendere e a formare i bambini. Il calcio che vediamo in TV non è quello nei campi dove giocano squadre del settore giovanile scolastico.

  1. Tutti i bambini iscritti nella lista di gara devono partecipare alla gara.
    – Gli allenatori sono obbligati a far partecipare tutti in bambini ad almeno uno dei primi due tempi di gioco (su 3 tempi previsti), senza essere sostituiti. Nel terzo tempo è possibile effettuare sostituzioni libere, con l’auspicio che tutti i bambini partecipino ad almeno un tempo e mezzo. Nei primi due tempi non sono previste sostituzioni per i nuovi entrati, pertanto, nel secondo tempo, è possibile effettuare sostituzioni durante il gioco solo tra i bambini che hanno giocato nel primo tempo.
  2. Qualora si raggiunga una differenza di 5 reti tra una squadra e l’altra nel corso del tempo di gioco, la squadra che sta perdendo può inserire un giocatore in più in campo, fino al raggiungimento di un passivo di 3 reti.
    Es. Se una squadra sta perdendo 5 a 0 può inserire un giocatore in campo in più fino al raggiungimento del 5 a 2, questo per evitare di umiliare i bambini facendoli perdere 15 a 0.
  3. All’inizio e alla fine della gara tutti i bambini devono ritrovarsi al centro del campo per salutare il pubblico e salutare gli avversari.
  4. Autoarbitraggio – “Le gare della categoria Piccoli Amici, Primi calci e Pulcini dovranno essere arbitrate con il “metodo dell’autoarbitraggio”.Tale opportunità prevede che la gara venga arbitrata dagli stessi giocatori che disputano la gara, delegando al dirigente-arbitro ed ai tecnici responsabili delle squadre che si confrontano eventuali e particolari interventi di mediazione e supporto.”. “Bisogna sempre ricordare che una partita giocata dalle suddette categorie serve per rinforzare le conoscenze dei bambini sul calcio e sulla regolamentazione del gioco, perché parte di un contesto di apprendimento.”
  5. È previsto l’utilizzo della “GREEN CARD”, il cartellino verde che premia particolari gesti di Fair Play nei confronti del gioco, degli avversari, del pubblico, etc.
  6. Favorire l’organizzazione del “Terzo Tempo Fair Play”, invitando i genitori e le società a condividere delle merende con tutti i bambini che hanno partecipato alla gara (Tè caldo, crostata, ecc.)

IL CALCIO È MOLTO PIÙ DI UNO SPORT

Nel senso che il calcio , specialmente per i maschietti, è spesso il legante che li fa stare insieme in qualunque situazione: dall’intervallo a scuola, ai giardinetti, alla gita domenicale, alla visita ai cuginetti, in spiaggia dove si fanno facilmente nuove amicizie attorno ad un pallone. Non stiamo parlando di calcio come sport agonistico, ma uno sport a portata di tutti, in ogni ambiente, in ogni situazione, per ogni ceto sociale…Insomma senza calcio non è come senza scherma e jugizo, rugby… difficile che in un cortile si organizzi una sfida col fioretto! 🙂

Mister io quando Gioco?

Oggi sono stato ad un bellissimo torneo di calcio della categoria Pulcini. Ero con la mia squadra, con i miei compagni e non vedevo l’ora di giocare, amo il calcio! Ero entusiasta, carico di emozioni e di energia… i miei genitori erano fuori tra il pubblico pronti a fare il tifo per me.

C’erano tre partite da giocare… il mister ci disse che dovevamo vincerle tutte!!!

Giochiamo la prima partita, pareggiamo 1-1 ed io non entro in campo…

Facciamo la seconda partita, vinciamo 1-0… io non ho ancora giocato.

Facciamo la terza e ultima partita… il primo tempo finisce 3 a 0 per noi… io devo ancora entrare in campo. Prima che inizi il secondo tempo chiedo al Mister:

MISTER IO QUANDO GIOCO?

– Non ora… la squadra avversaria è troppo forte per farti giocare… DOBBIAMO VINCERE…

IO NON VOLEVO VINCERE MA SOLO GIOCARE A CALCIO!!!!

Come scegliere “la squadra” di calcio per tuo figlio?

  1. Vai a conoscere la società e la dirigenza e interrogali:
    • non devono avere più di 2 squadre per annata
    • i costi della quota non devono e non possono essere alti (potrebbero essere società di business dove i bambini vengono trattati come numeri e i soldi spesi in “ALTRO” e non investiti sui bambini)
  2. Fai una verifica della struttura e degli impianti:
    • verifica la sicurezza, se sono a norma, fatti mostrare il defibrillatore chiedi se è carico e se ci sono persone preparate in grado di usarlo. La SALUTE del bambino prima di tutto.
  3. Chiedi la filosofia di fondo della società:
    • vincere o far crescere i bambini?
    • NO alle società dove fanno selezione perché trattano i bambini come merci.
  4. Chiedi di conoscere l’allenatore, deve essere un formatore e un educatore: un allenatore che vince tutto con i ragazzi non ha lavorato per il bene dei ragazzi ma per il proprio bene
    • Gli allenatori devono essere preparati, umili e con voglia di imparare e di mettersi in gioco, la società deve avere un piano di formazione obbligatorio per gli stessi. Devono essere pagati perché responsabilizzati e stimolati a migliorare.
  5. Non portare tuo figlio che vuole divertirsi tra amici dove ci sono già titolari e panchinari
  6. Non portare tuo figlio dove i bambini giocano in campo a 7 e la squadra è composta da 20 giocatori (i bambini devono giocare non stare in Tribuna)
  7. Non portare tuo figlio dove dicono “le squadre migliori sono quelle di orfani”. Come per gli allenatori e i bimbi, i genitori vanno educati, informati, responsabilizzati e coinvolti. Sono delle risorse e devono partecipare al piano educativo della società.
  8. Chiedi alla società se organizza almeno un evento legato alla solidarietà dove coinvolgere i bambini e i genitori per dare un’impronta etica.
  9. Non portare tuo figlio in una società dove manca un supporto psicologico, un supporto per bambini, allenatori e famiglie.
    • Meglio se organizzano incontri a tema con le famiglie.
  10. Non portare tuo figlio in una squadra troppo lontana da dove abiti, portalo in squadre del tuo comune o comuni limitrofi, le esigenze famigliari e di tuo figlio sono importanti, non sottovalutarle.In sintesi devi scegliere la squadra che sia davvero a misura di tuo figlio, delle sue esigenze, del suo essere, semplicemente, un bambino

Da noi il KIT non si paga!

Perché abbiamo scelto di NON far pagare il KIT della KAPPA?

  • Ridurre i costi alle famiglie. Il materiale di Rappresentanza/KIT è un dovere da parte della società e un obbligo da parte dei bambini che devono sempre indossarlo, utilizzarlo e curarlo.
  • Evitare gli sprechi.
    • Ogni anno le famiglie si trovano ad acquistare zainetti, tute, maglie, giubbotti che non possono più riutilizzare negli anni successivi e vengono puntualmente gettati via per i seguenti motivi:
      • Le società continuano a cambiare marca, tipo prodotto e colori
      • i bambini crescono  e l’abbigliamento in un anno diventa piccolo.
  • Politica di educazione e di sensibilizzazione dei bambini e delle famiglie all’attenzione al materiale fornito, insegnare che la divisa è importante perché parte integrale dell’essere squadra.

Noi cerchiamo di innovare tornando al passato , vogliamo permettere a tutte le famiglie di portare il proprio bambino a fare sport… il calcio… lo Sport Nazionale.

LO SNOB CHE ODIA IL CALCIO

Si parla di calcio, ma in maniera casuale, è lo spunto per, occasionalmente, parlando con amici o ascoltando conoscenti, capita di imbattersi o leggere messaggi su FB di quelli che “a me il calcio fa schifo”. Va ben… farebbe una miglior figura a dire “non guarda, non m’interessa, non mi diverte, non mi dice nulla”. Con quel sentirsi schifato mette in bella mostra un atteggiamento che non riesco neanche più a comprendere, solo a disprezzare malamente. Sei uno snob, e sei talmente tanto snob, che ti piace farlo sapere in giro. E raramente si trova qualcun altro con sufficiente sangue freddo, schiettezza o voglia di ribattere con un: “ma quanto sei sfigato”. Perché sei sempre a criticare il calcio che non va bene, che fa schifo, che è uno sport diseducativo…non hai passioni differenti? Passi il tempo a gridare ai quattro venti quanto ti senta diverso dal resto del mondo. Resto del mondo che è bue, povero, cialtrone, ignorante, massificato, cretino, violento e assolutamente becero.
Cercati uno sport, seguilo, appassionati e non rompere le scatole al prossimo.
Secondo la mia esperienza quelli che proprio odiano il calcio alla fine sono quelli che ci avrebbero voluto giocare e non ne son stati capaci.
Può anche non piacerti ma quando c’è snobismo, svalutazione totale ed odio accanito c’è qualcosa che non và..
Questi tipi accaniti hanno dato due calci ad un pallone, hanno visto che per riuscire a giocare bene ci voleva impegno e quindi per non mettersi in gioco hanno scelto altri sport, condannando il calcio, che vive bene anche senza di loro…La tecnica s’impara ed il fisico si costruisce, è uno sport che si prende parecchie energie e parecchio tempo.
La verità è che si tratta di uno degli sport più belli al mondo e la finale dei mondiali, con o senza Italia, la guardano tutti…
Poi il calciatore pettinato, sbruffone, che simula e tutto il resto rappresenta uno stereotipo, non è vero che i calciatori sono così, ce ne sono solo alcuni.. Altri invece sono veri e propri combattenti che darebbero pan per focaccia anche ad “atleti” di altri sport.
Il fatto è che in questo paese ogni bambino prova la vergogna di non saper giocare a pallone, anche perché nessuno spiega che NESSUNO nasce con i piedi d’oro, il calcio è come gli altri sport.

La tecnica è importante ma alla fine come in tutti gli sport conta il cuore!

A quelli che odiano il calcio: aprite le menti!!! E non rompete le scatole e guardatevi i vostri sport che ritenete “superiori”.

Noi del calcio vi guardiamo con consapevolezza che non c’è superiorità ma solo quello che a uno piace fare.